volte
Le “Volte”, ampio ambiente coperto da crociere, costituiscono la parte basamentale delle cinque cappelle del transetto gotico, in Cattedrale, e furono utilizzate dal 1326 alla fine del Settecento per sepolture, delle quali restano numerosi stemmi scolpiti e insegne ad affresco.
sepoltura migliorati e antiquarium
Sotto il chiostrino un’elegante bifora duecentesca dà luce ad una cappella sepolcrale, detta dei Migliorati, nella quale è una tomba del XII secolo con copertura a capanna. Da questo piccolo ambiente un corridoio – realizzato nel 1980 e volutamente evidenziato come moderno – dà accesso all’Antiquarium, sulla sinistra, e alle “Volte”.
sala del seicento
La Sala del Seicento, contigua al chiostro romanico, mostra parte della struttura medievale in filaretto di alberese; vi sono collocate soprattutto pale da altare (le più grandi provengono dagli altari barocchi della Cattedrale, demoliti nell’Ottocento) e argenterie del XVII-XIX secolo.
sala del pulpito
La Sala del Pulpito, con elegante volta quattrocentesca, ospita importanti sculture rinascimentali, e prende nome dal celeberrimo pulpito di Donatello e Michelozzo realizzato sull’angolo esterno della Cattedrale per le ostensioni della Sacra Cintola (attualmente effettuate per Natale, Pasqua, il 1° maggio, il 15 agosto e l’8 settembre – Natività di Maria -).
area di scavo
L’Area di scavo, nella zona seminterrata, ricollega le varie sezioni del museo. L’intervento di scavosotto l’atrio del Palazzo Vescovile – condotto dalla Soprintendenza archeologica per la Toscana – ha consentito di recuperare reperti ceramici dal periodo etrusco al XV secolo (in parte esposti nelle vetrine), che attestano l’antichissima frequentazione di quest’area anche prima della formazione dell’abitato longobardo.
sala dei corali e dei parati
La Sala dei Corali e dei Parati, ambiente coperto da un’elegante volta rinascimentale, prende nome da quattro notevoli libri Corali, arricchiti da raffinate miniature, e dalla preziosa serie di paramenti sacri donati alla pieve di Santo Stefano intorno al 1590 dal proposto di Prato, Alessandro de’Medici (poi papa Leone XI).